A metà ottobre, a un mese e mezzo dall’inizio dell’attività, la situazione del Campo Rugby di Pian di Massiano è, se possibile, ancora peggiore di quella dello scorso anno e degli anni ancora precedenti quando, per ottenere anche il minimo di quanto spettante ai sensi di leggi e convenzioni, il Rugby Perugia Junior fu costretta a ricorrere ai Tribunali, nel continuo tentativo di sabotaggio da parte della ACEA Rugby Perugia ssdrl, gestore, e nella totale inerzia del Comune di Perugia.

A fronte di un “minimo sindacale” richiesto, i due canonici giorni settimanali, già peraltro concessi l’anno scorso, il gestore quest’anno ne concede la metà. Non solo: in un primo momento (primi di settembre) questo giorno è stato il lunedì (guarda caso il giorno più scomodo e insulso della settimana), un mese dopo (primi di ottobre) è diventato il giovedì e – udite udite – il sabato sera, e non è uno scherzo (nessuna squadra di nessuno sport al mondo fa allenamento il sabato sera).

Risultato pratico: il Rugby Perugia Junior costretto con tutte le sue categorie dai 4 ai 18 anni per tutto settembre e metà ottobre a elemosinare spazi di fortuna da altri sport, peregrinando in altri impianti, alcuni dei quali decisamente fuori mano (Colle Umberto, Collestrada) con tutte le scomodità e il danno economico legato a tempi e trasporti per il Club e per le famiglie.

Il tutto mentre nell’altro giorno richiesto il Campo comunale da Rugby rimane vuoto, così come per larga parte dell’intera settimana. L’ACEA Rugby Perugia infatti riesce ad occuparlo, al massimo, solo per 12 ore delle 35 disponibili (sarebbero 70 se l’impianto fosse utilizzato per intero) dal lunedì al venerdì, essendo rimasta con una sola squadra iscritta ai campionati, più un gruppo ragazze e minirugby per 3 ore settimanali.

Quindo lo Junior fuori e sui 3 campi di Pian di Massiano nessuno.

E’ legittimo tutto questo? Possono farlo? No.

Lo impedirebbero, oltre a banali considerazioni di sportività e buon senso alle quali abbiamo abdicato da tempo, leggi, regolamenti, bando e Convenzione, che chiaramente e senza possibilità di equivoci, impongono al gestore dell’impianto pubblico la regola del MASSIMO UTILIZZO. Il bene pubblico non può essere tenuto chiuso per dispetto ai danni di una società sportiva concorrente che vorrebbe legittimamente usarlo, ma va impiegato in tutta la sua potenzialità, non al 35-40%.

Quindi dovrebbe essere il controllore, cioè il Dirigente comunale responsabile, ad intervenire, anche qui in forza di un suo preciso obbligo giuridico.

Invece? Invece niente, la ACEA Rugby Perugia ssdrl, società di cui è socio Alessio Fioroni, Consigliere comunale, che per inciso è anche Presidente della Commissione comunale di controllo sui servizi pubblici in concessione e convenzioni (proprio così), può fare tutto perché tutto gli è concesso.

Ci torneremo.

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