Ieri 6 novembre si è consumata una bella pagina di civile e silenziosa protesta.
I ragazzi del Rugby Perugia Junior, tenuti fuori dal campo comunale dal gestore Acea Rugby Perugia ssdrl, si sono dovuti allenare negli spazi prativi esterni alla recinzione, unici luoghi possibili (da novembre non c’è più disponibile neanche il campo baseball), tra le pigne e l’erba alta. Chi sui campetti, chi alla Casa Colonica.
Ieri era anche il giorno della stampa: due testate giornalistiche hanno voluto riprendere la situazione e hanno trovato, oltre ai ragazzi, parecchie decine tra genitori e parenti che hanno voluto esprimere il loro dissenso semplicemente stando lì ad assistere agli allenamenti in mezzo alla strada.
Naturalmente lo sapevano anche i gestori, che hanno comandato in fretta e furia una parvenza di allenamento con una quindicina di giocatori, architettato con l’unico scopo di tenere fuori i nostri ragazzi dal campo comunale.
Dal 1 settembre a oggi l’ACEA non aveva MAI messo piede in campo il lunedì a nessuna ora perché l’allenamento in campo il lunedì non si è mai fatto da che mondo è mondo. Lo ha fatto ieri in favore di telecamera, naturalmente per giocarsi la carta a futura memoria nella “verifica” che il Comune dice essere in atto, bontà sua, dopo più di due mesi di attività e qualche decina di segnalazioni.
Quello che è successo rafforza la nostra posizione per una serie di motivi.

  1. Anzitutto, e per la prima volta, finalmente il gestore mostra di aver compreso che il massimo utilizzo è una cosa seria e che per controbattere alle nostre denunce deve dimostrare che in campo non c’è posto e che non può restare vuoto. E’ già questo è un passo avanti.
  2. L’allenamento è stato una farsa mal riuscita: sono stati precettati tutti i giocatori disponibili: si è vista una pseudo-partitella al tocco (una specie di “torello”) a cui hanno preso parte non più di 15 tra ragazzi e ragazze, di età e categorie differenti. Tutto tranne che un allenamento vero.
  3. La farsa è durata un’oretta o poco più, alle 17 era già tutto finito e il campo è tornato ad essere vuoto come sempre. Con noi naturalmente fuori a fare l’allenamento altrove, con i più grandi, fino alle 20.
  4. Per la messinscena è stato utilizzato un pezzetto di campo di 25 metri per 60 (per 15 persone basta e avanza) e uno spogliatoio (2 al massimo considerate le donne) su 6 disponibili.
    Rimanevano vuoti e utilizzabili altri 75 metri di campo in erba, tutto il campo di allenamento in fondo (45 x 80 mt.) e, volendo, un altro campo regolamentare adiacente in terra battuta. Oltre ad un blocco spogliatoi intero, rimasto chiuso.
    A riprova del fatto che, anche volendo ipotizzare un allenamento dell’ACEA il lunedì (che naturalmente non si ripeterà più) c’è comunque spazio per tutti, anche per noi, e avanza pure qualcosina.
    Così come ci sarebbe posto tutti i martedì dalle 15 alle 20, tutti i mercoledì dalle 15 alle 17, tutti i venerdì dalle 15 alle 17.

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