La Rugby Perugia Junior Asd si unisce al dolore della Famiglia e dei tanti amici di Leo nel giorno della sua dipartita.
Ci restano di lui il ricordo di tanti momenti condivisi e il significato profondo dei suoi ultimi densissimi anni.
Andando con la mente a sfiorare tutto quello che ha lasciato, ci viene quasi spontaneo adesso pensare a come in fondo la sua esperienza ci spinga a riflettere, e forse rimeditare, sul rapporto di ciascuno di noi col proprio corpo.
Un corpo che Leo non ha mai ripudiato, dal quale non ha mai preso le distanze nonostante quello stesso corpo, con la malattia che ne è diventata parte, lo avesse tradito così presto.
E quando la nostra stessa natura, il senso comune, e soprattutto la sofferenza degli ultimi giorni ci allontanano da esso per rifugiarci con disperata inerzia verso l’anima e lo spirito infinito, lui quel corpaccio infame lo ha preso per mano e lo ha spremuto come un limone fino all’ultimo giorno, dicendoci che va bene la luna, ma se non c’è un dito ad indicarcela non possiamo vederla e nemmeno fantasticarci sopra.
In questa contraddizione apparente si è consumato il suo lungo epilogo, seminando messaggi di vita e di futuro portando con sé muscoli e ossa fino alla Maratona di New York, chiedendogli il massimo, fino in fondo e nonostante tutto, usandogli anche quella violenza che educa, trascina e spinge a migliorarsi con il sacrificio. Che è poi l’essenza dello sport, bandiera della sua esistenza.
Ci ha ricordato, con la forza dell’esempio, quello che il nostro corpo è: l’impalcatura necessaria delle nostre idee, dei nostri sogni, delle nostre vite. Fino alla fine.