“L’organizzazione del torneo di Perugia è un grande fatto democratico”.
Mentre si rastrellava un pratino a Pian di Massiano, uno di quelli dove di solito la mattina trovi di tutto e che per un giorno all’anno viene tirato a lucido, falciato, squadrato, segnato e preparato per le partitelle dell’indomani, una delle “reclute” mi sparava una roba del genere. Che? Ma sì, io tutta sta gente lì per fare una roba sola non l’ho mai vista. Democratico?! C’è di tutto. C’è il direttore di banca, l’idraulico, l’ingegnere, il meccanico, lo studente, il medico e l’infermiere, il disoccupato, l’avvocato e il muratore, il cuoco e la casalinga, maschi e femmine e pure un sacco di stranieri e tutti fanno tutto, lavori di testa e lavori di braccia, non è democratico?
Esagerato, è un torneo di rugby per di più mini. Sì. Ma tutta sta smania mica è facile da capire… C’è gente che si sta facendo un mazzo tanto e non ci ha neanche il figlio che gioca. Magari ce l’avrà avuto o è stato nelle Under anche lui. Può essere ma c’è qualcuno che non ci dorme la notte, quelli dell’orario continuato e pure quelli che la notte l’hanno fatta davvero. E poi… ma quanti siete?
Giusto. E poi è una roba che unisce le generazioni. Quando lo vedi un ragazzino raccogliere la spazzatura insieme a un giocatore grande, i papà che cuociono le salsicce e le mamme che tagliano cipolle, un allenatore che monta un gazebo e un nonno che l’aiuta? Tutti che si muovono insieme, con un po’ di confusione, qualche mugugno, ma tutti con un gran senso di quell’andare e di quel fare.
Entusiasmo contagioso. Una specie di mezzo miracolo, il giorno prima non ci scommetteresti un centesimo, sembra tutto troppo complicato, 16 campi, 88 squadre, 1600 bambini, i tornei da portare in fondo, i campi da fare, i pasti da preparare e da distribuire e mille altri dettagli. Pensa se piove.
Eppure è andata anche stavolta, qualcuno dice pure meglio. Bravi. Merito anche delle altre squadre che sono venute, qualcuna da lontano.
Già. E aggiungo che dei nostri tutti in questi giorni hanno dato veramente il meglio di sé. I giocatori grandi che riconoscono e sentono le proprie radici, gli allenatori tuttofare, le ragazze, ragazzi e genitori delle Under, gli arbitri e tutto il mondo del minirugby con le famiglie rigorosamente in prima linea.
Retorica. Probabile, ma quella buona, quella che unisce la gente e gli chiede per un giorno di donare qualcosa di sé stessa in cambio di un’appartenenza. Al grande popolo del nostro rugby.
Il presidente, sudato e commosso, umilmente ringrazia.
Federico Baldinelli
Presidente Rugby Perugia Junior asd